giovedì 20 novembre 2008

E GIOVE CI IMPOSE DUE BISACCE



Oggi Amalia Stovanni ci da la sua personalissima idea sulla vicenda Carfagna-Guzzanti. La figura del ministro è stata al centro di numerossisime critiche soprattutto dopo le dure parole della comica.


“Giove ci impose due bisacce: ci mise dietro quella piena dei nostri difetti e davanti, sul petto, quella con i difetti degli altri. Perciò non possiamo scorgere i nostri difetti e, non appena gli altri sbagliano, siamo pronti a biasimarli” (Fedro)

 

Ho deciso di rendervi partecipi della mia riflessione, dopo aver seguito –tramite internet e media in generale – le diatribe comico\satirico\politiche a cui alcuni componenti della famiglia Guzzanti hanno dato vita in questi mesi; non sono passati inosservati alla mia attenzione il blog del Senatore Paolo Guzzanti , gli interventi di sua figlia Sabina al no cav day di luglio, nonché il suo tour dello spettacolo satirico “Vilipendio” - che si sta svolgendo tutto’ora – a braccetto con gli interventi in giro nelle università italiane.

Prima di farvi da guida nel breve excursus che vi sto proponendo facciamo un passo indietro, un po’ di storia.

 

Sabina Guzzanti – Roma 1963 – è una comica e macchiettista cresciuta in programmi satirici italiani degli anni ’90: celeberrime e irriverenti le sue imitazioni che spaziano dai vip alla politica: Valeria Marini, Moana Pozzi, Cheguevara, D’Alema, Berlusconi; buddista e politicamente schierata a sinistra, Sabina negli anni riesce a riscuotere buoni consensi di pubblico come attrice teatrale,un po’ meno in campo cinematografico dove esordisce alla regia col narcisistico e malriuscito “Bimba” (2001), il più brillante e ben accolto “Viva Zapatero!”(2005) e ultimo nato “Le ragioni dell’aragosta”, flop ai botteghini che va ad aggiungersi al fiasco di titoli come “Troppo sole” e “Night Club” di cui Sabina fu interprete sempre negli anni ‘90.

 

Tralasciando ora i dati di botteghino -che esulano dal giudizio di qualità sul prodotto che un artista può presentarci – serpeggia in me la convinzione che l’oggetto della mia indagine in realtà stia cominciando a perdere colpi dal punto di vista intellettuale, autotrascinandosi  in una spirale di falsi moralismi e cattivo gusto.

La figlia di Paolo Guzzanti “si ciba” degli elogi del suo pubblico,come il drogato si “nutre” delle le sue dose per evitare gli incubi provocati dalle crisi di astinenza,in un crescendo di sensazioni adrenaliniche e deliri che sempre meno hanno a che spartire con la consapevolezza della realtà.

 

Forse già nel 2002 - con “Giuro di dire la verità” - Sabrina cominciò a prendere coscienza di quanto potesse piacerle un vizio simile quando sul palco impersonò Oriana Fallaci.

Prendendosi gioco della terribile piaga che lentamente portò la scrittrice alla morte, rappresentò Oriana come una SS e rispose grottescamente a uno spettatore –sempre parodiandola - con parole che ormai tutti sappiamo.

 

Ma Sabina Guzzanti non si ferma: la paura di provocarsi una crisi d’astinenza è più forte di ogni altra cosa:

nel luglio di quest’anno incitata dagli applausi di migliaia di persone Sabina spara pallottole al vetriolo verso Chiesa, Pontefice, governo Berlusconi, il ministro Mara Carfagna con un repertorio di gesti ed espressioni che hanno riportato la mia mente –e non solo la mia- ai discorsi del balcone di Palazzo Venezia con cui Benito Mussolini infiammava il popolo assoggettato alla sua dittatura:un’Italia ancora provata dalla penalizzante situazione economico-sociale che la prima guerra mondiale le lasciò in eredità e che fu terreno ideale per l’instaurazione di un regime dittatoriale.

 

Per  cercare di capire dove la mia critica volge cito ora Ambrogio Crespi da un articolo del suo Blog(www.clandestinoweb.com): “Opporsi a Berlusconi o non condividerne i metodi è un fatto legittimo […]ma se il nemico politico è Berlusconi  perché si deve essere così ignobili da gettare fango su altri per raggiungere il proprio scopo?”

 

Sabina si è costruita un apparato pronto a sorreggere le sue calunnie, il suo finto moralismo ,la sua invidia  e il suo razzismo nei confronti di una donna che meriterebbe di essere attaccata sul piano politico- trattasi di Ministro – invece che su quello della camera da letto.

Dove sono queste intercettazioni?

Me le dia “signora” Sabina,voglio leggerle, voglio aiutarla a giustificare il suo malcelato astio nei confronti di una donna bella,giovane e di cultura che – alla luce dei fatti, quelli documentabili -sta facendo il suo lavoro né più né meno dei suoi colleghi di governo.

Carfagna meriterebbe solo ed esclusivamente attacchi su questo piano, affondare di sciabola verso l’avversario con stoccate pregne di malignità denota solo l’invidia che Guzzanti prova nei confronti di una donna che ha potuto permettersi di fare un calendario:quasi a voler legittimare maschilisticamente l’equazione che una donna bella sia necessariamente una  donna stupida, per passare poi al più pesante sillogismo che la stupidità porti ad essere meretrici.

Sabina gira per le università italiane parlando ai giovani di dialogo e non violenza.

Dialogo e non violenza,questi sconosciuti.

Le colpe morali di cui Sabina Guzzanti si sta macchiando sono gravi , e mi chiedo come sarà dipinta agli occhi dei posteri quando di lei (come di noi)non resterà piu nulla:

Era una comica?Una Povera di Spirito?Una simpatica macchiettista?Una cattiva maestra?Una brillante attrice?Un’invidiosa?

Ma soprattutto riuscirà la nostra eroina(bel giuochetto di parole) a uscire da questa spirale riuscendo ad avere la sua prima, vera,crisi d’astinenza che la porterà alla consapevolezza di tutti i suoi errori?

 Io aspetto, magari si potrebbe fare ancora in tempo a mettere insieme i cocci di una carriera artistica che fino a pochi anni fa era di tutto rispetto. Forza, Sabina.

 

 

Amalia Stovanni

 

3 commenti:

Scorretto ha detto...

La satira va bene, ma quando scade nella mancanza di rispetto e nella volgarità più banale allora no, non ci siamo proprio.

Anonimo ha detto...

Cara Amalia Stovanni,
ti ringrazio per aver citato il
mio articolo, che dire se non condividere in pieno il contenuto del tuo, una sintesi psicologica femminile svolta con estrema attenzione e tanta verità.
Ti faccio le mie congratulazioni per lo scritto, continua così perchè avere libertà di penna è forma di coraggio e di grande intelligenza.
Sono al tuo fianco e riporterò il tuo articolo nel mio giornale

Anonimo ha detto...

Mah.. Onestamente sono un po' spaesato. E' vero che questo genere di arringhe si presta facilmente a scadere nella volgarità e nell'eccesso, ma non capisco la necessità addirittura di un'analisi sul "personaggio". Sabina Guzzanti è una giullare, come altri; i giullari si prendono gioco del Re; senza il Re essi stessi non hanno ragion d'essere, quindi focalizzare l'attenzione su di Lei, non come autrice di performance ma come essere umano, indagando le sue ragioni e la sua credibilità complessiva, a mio avviso, è superfluo.
Ad ogni modo sono d'accordo che i "modi" sono stati assolutamente inopportuni, anche se in effetti sarebbe ora di smetterla con queste pratiche venerande nei confronti della Curia e del Papa, che secondo me devono vergognarsi molto più della Guzzanti.

P.S. La Carfagna donna competente e di cultura? Biasimare il fatto che un ministro abbia fatto un calendario è maschilismo?
Sono un po' perplesso...