giovedì 29 gennaio 2009

"Ci vorrebbe un altro Hitle...r"





Marco Galice ci parla di una sua esperienza personale. L'argomento di questi giorni è quello della violenza degli stranieri. Un problema importante, ma la risposta che dà la gente qual è? Chi sostiene i metodi più radicali è a conoscenza delle conseguenze?




Sto correggendo i compiti di grammatica dei miei alunni mentre con il treno sono diretto a Roma. Davanti a me ho una distinta signora, truccata e ben vestita e fino al momento molto taciturna, e altri viaggiatori nei sedili vicini. Passa come spesso avviene una giovane nomade che lascia un foglietto di carta in cui dice di aver bisogno di soldi per dar da mangiare ai suoi tre figli malati. Penso sempre che si tratta di una bugia e il più delle volte non lascio niente, perché non sopporto gli inganni, soprattutto a spese dei bambini; ma in cuor mio penso anche che comunque la sua presenza e il suo gesto non mi infastidiscono, perché chiedere l'elemosia su un treno non è un reato, perché non sta rubando come spesso fanno molte sue coetanee e perché in fondo i principali problemi nella mia vita non me li hanno mai prodotti i rom ma semmai Berlusconi, la Moratti, i fautori della Legge Biagi e la Gelmini, che hanno precarizzato la mia esistenza e si godono la vita con i loro fior di stipendi milionari. Comunque. Quando la giovane nomade passa a ritirare i foglietti lasciati sui sedili chiedendo qualche moneta la signora seduta di fronte a me le dice testualmente: “Io nun te dò proprio niente, vedi d'annattene, anzi, ma perchè non ve ne tornate tutti al paese vostro invece de sta qui in Italia a fa solo danno?”. Io alzo un momento gli occhi dai compiti e la guardo, lei prosegue la sua invettiva: “Questi vengono qui e so boni solo a rubà, a violentà le ragazze e ammazzà la gente, ma che ce stanno a fà in Italia?”. A quel punto non riesco a trattenermi e le dico: “Beh, una volta c'erano i campi di concentramento, potremmo mandarli lì”. Lei, evidentemente molto intelligente, si compiace del mio sostegno morale e aggiunge: “Ehhh.... è lì che dovrebbero annà, io ce li manderei tutti”. Allora insisto: “E poi potremmo anche bruciarli, che dice? Come faceva Hitler”. La signora a quel punto si rende conto che forse bruciare gli zingari è un po' eccessivo e inizia a sospettare che in realtà non stia appoggiando seriamente le sue idee. Mi guarda innervosita senza dire niente, ma facendosi leggere eloquentemente in volto quello che deve aver pensato. “Ecco il solito comunista del cazzo che difende a tutti i costi i criminali. Dovrebbe fà la fine loro”. La conversazione sembra finita lì ma invece le mie ultime parole vengono riprese da un altro signore seduto più accanto, che se ne esce così: “Ehhh... ce vorrebbe proprio n'altro Hitler pe' questi qui”. Mi si gela il sangue, alzo gli occhi e mi giro verso sinistra per guardare chi è questo fenomeno che ha nostalgia di Hitler e...osservandolo bene, mi rendo conto che ha chiari problemi di deambulazione, dato che si aiuta con un bastone per camminare, ed ha anche evidenti problemi di vista in un occhio. Conto fino a dieci, perchè ho una voglia irresistibile di dirgli che se ci fosse un nuovo Hitler il primo a finire nelle camere a gas, prima ancora degli ebrei che venivano fatti lavorare finché non diventavano inabili, sarebbe stato proprio lui, perché per Hitler gli storpi e i non vedenti erano esseri inutili, da eliminare all'istante dalla società”. Riesco a controllarmi e a dire semplicemente e con molta banalità: “Quanto è brutta l'ignoranza”. Mi rimetto a correggere i miei compiti, anche se non riesco a concentrarmi molto dopo quello che ho sentito. Mi assale subito un dubbio: ma se avessi avuto un parente morto in un campo di sterminio, che cosa avrei potuto fare a quel signore che invoca un altro Hitler? Decido che è meglio non pensarci e concentrami sui compiti di grammatica. L'occhio va subito su un condizionale scambiato per un passato remoto. Provo a consolarmi pensando che tutto sommato non riconoscere un condizionale non sarà mai così abominevole come non sapere che cosa ha fatto Adolf Hitler all'umanità.

venerdì 23 gennaio 2009

Rom: che cosa è cambiato in Italia?





Articolo di carattere storico per Marco Galice quest'oggi. Ci propone una lettera di Mussolini che fa capire come molte cose non cambino mai



Si dice spesso che poche parole, o semplici esempi, bastino più di qualunque sermone. In questo caso mi sembra che il detto sia assai indovinato, soprattutto per la delicatezza di un problema, come quello dei Rom, che sta fomentando costantemente il dibattito politico e culturale nel nostro Paese. Guai a parlare di razzismo quando si afferma che i Rom costituiscono un problema e che le soluzioni delle istituzioni sono volte semplicemente ad un miglioramento della sicurezza e dell’ordine pubblico. Viene tuttavia da domandarsi se a proposito di Rom, da 70 anni a questa parte, sia davvero cambiato qualcosa nel nostro Paese. La risposta può essere semplicemente affidata a questa circolare ministeriale che potrebbe senza problemi essere datata 2009. La firma in calce a tale circolare risolve il dubbio ed evita a mio avviso qualunque altro tipo di considerazione.

“Con richiamo circolare telegrafica dell’11 giugno ultimo, concernente zingari e carri zingareschi comunicasi che da segnalazioni pervenute risulta che gli zingari, pur agendo specialmente nei territori di confine delle province sono sparsi anche in altre province del Regno. Sia perché essi commettono talvolta delitti gravi per natura intrinseca e modalità organizzative ed esecuzione, sia per la possibilità che tra medesimi vi siano elementi capaci di esplicare tale attività antinazionale; è indispensabile che tutti gli zingari siano controllati dato che in istato di libertà essi riescono facilmente a sfuggire a ricerche o a prove, appunto per la loro vita girovaga. Ferme restando le disposizioni impartite in precedenza circa il respingimento o l’espulsione di zingari stranieri disponesi che quelli di nazionalità italiana certa o presunta ancora in circolazione vengano rastrellati nel più breve tempo possibile e concentrati sotto rigorosa vigilanza in località meglio adatta in ciascuna provincia che sia lontana da fabbriche o depositi di esplosivi o comunque da opere di interesse militare e dove non esistano concentramenti di truppa, salvo proporre per elementi più pericolosi e sospetti destinazione in un’isola o in comuni di altre province lontane da zone di frontiera o di interesse militare. Agli zingari capi famiglia potrà essere corrisposto un sussidio stabilito per confinati comuni più una lira per ciascun componente della famiglia se non potranno sostenersi con proventi di lavoro come praticatosi per quelli già assegnati al confino e seguiti da famigliari. Attendesi urgente assicurazione per lettera”.

Benito Mussolini – Ministro dell’Interno ad interim, 11 settembre 1940

mercoledì 7 gennaio 2009

Anno nuovo guerra nuova






Salve a tutti. Dopo una lunga pausa a causa delle festività natalizie ricominciamo con il nostro blog. Tocca a Vincenzo D'Onofrio illustrarci l'argomento, scottante,che campeggia nelle prime pagine dei giornali di tutto il mondo in questo inizio di 2009



Buon 2009 a tutti. L'anno nuovo è cominciato e con esso le prime notizie tragiche. L'operazione "Piombo Fuso" imperversa ormai nella striscia di Gaza. L'offensiva israeliana sta facendo centinaia di morti tra la popolazione palestinese e, come sempre, a pagare sono gli indifesi come donne e soprattutto bambini.Ma cosa ha provocato questa nuova guerra (perchè di guerra si tratta)?. Il 19 marzo 2008 fu stabilita una tregua semestrale con la mediazione dell'Egitto. Hamas si impegnava a porre fine al lancio di razzi su territorio israeliano e israele a diminuire il peso del blocco. Seguendo i mezzi di informazione sembra che questa tragedia sia cominciata con la scadenza della tregua, prevista per il 19 dicembre, con i lanci dei razzi da parte di hamas. Purtroppo l'informazione, specialmente italiana, ha provveduto a non raccontare completamente la verità. Il 4 novembre Israele riprese il conflitto uccidendo un componente di Hamas e facendo saltare un tunnel. Il tunnel poteva essere semplicemente chiuso dal lato israeliano ma è stato deciso un attacco che ha cosi rotto la tregua. Il giorno seguente fu distrutto, inoltre, un veicolo al cui interno vi erano 5 palestinesi tramite un attacco aereo. Aggiungiamo anche che non vi è stato un alleggerimento del blocco e che Hamas fino ad allora aveva rispettato la tregua arrestando anche membri della jihad e, a quanto pare, era intenzionata a rinnovare la tregua. Queste notizie sono state messe in secondo piano. Riuscirete a trovarle solo con qualche ricerca su internet. In questa guerra si è deciso di allearsi con una parte in causa, o cosi sembra. Avendo una posizione esterna dovremo valutare oggettivamente la situazione e non tralasciare particolari importanti che vi ho riportato. Non mi sorprenderei che a questa opinione pubblica addormentata, qualche politico, un giorno, raccontasse che Israele è un popolo invaso dagli Arabi, che un tempo viveva in pace e che questi ultimi mirano a conquistare il territorio israeliano in nome della jihad. Parte degli italiani o quelli con scarso amore per la storia sarebbero capaci di crederci, dimenticando la nascita di Israele in territorio palestinese del 1948, la guerra dei 6 giorni e tante altre cosette che hanno sottratto un territorio ad un popolo. Sia chiaro, non sono contro Israele ma bisogna tener ben presente alcuni aspetti che spesso dimentichiamo. Siamo sempre pronti a condannare o a dare del nazista chi pone delle riserve alla politica del governo Israeliano. Bisogna essere liberi di criticare delle scelte che non sono condivisibili e non farsi guidare da atavici sensi di colpa che ormai lasciano il tempo che trovan. La libertà di Israele di difendersi è (o almeno dovrebbe) proporzionale al diritto ad uno stato indipendente palestinese. Entrambe le parti hanno delle ragioni valide, quindi ritengo importante non condizionare l'equilibrio appoggiando questa o l'altra parte, è richiesta oggettività che poco ha a che fare con un'informazione schierata per simpatie o vile riverenza