lunedì 9 marzo 2009

Beata ignoranza

Fino a dove può arrivare la propaganda populista di un Governo? E fino a dove può arrivare il prostrarsi dei mezzi di informazione nei confronti delle direttive del Governo stesso? Viene da chiederselo dopo che in questi giorni su praticamente tutti gli organi di stampa gli italiani sono stati tempestati dall’annuncio clamoroso: “Boom di 5 in condotta” e “Pioggia di 5 in condotta”. Titoli per nulla casuali perché “boom” e “pioggia” sono due termini usati dal Ministero della Pubblica Istruzione per comunicare nella sua nota ufficiale i dati sull’assegnazione dei 5 in condotta nelle scuole italiane con la chiusura dei primi quadrimestri; e queste due parolone, “boom” e “pioggia”, dall’effetto fonetico e semantico roboante, sono state copiate e incollate sulle prime pagine da tutti i mezzi di informazione. Di fatto la Gelmini ha comunicato trionfante che sulle pagelle intermedie di questo anno scolastico sono stati comminati per la precisione 34.311 cinque in condotta; appunto una “pioggia” di insufficienze che dimostrano il pugno duro dello Stato contro il bullismo. Ma qualcuno si è fatto due conti reali su questa cifra? Che non li facesse il Ministero, per non smentire clamorosamente il messaggio di fermezza ed efficienza che vuole inculcare nelle teste dei cittadini, era prevedibile; che non se li sia fatti nemmeno un giornalista, invece, lascia veramente esterrefatti. Perché non c’è stata affatto nessuna pioggia di 5 in condotta. Nessuno ha infatti evidenziato che gli studenti italiani interessati dal voto in condotta, tra scuole medie e superiori, sono circa 4 milioni; 34.311 cinque in condotta colpiscono di fatto meno dell’1% degli studenti italiani; per la precisione lo 0,8%. E dove sarebbe allora questo “boom” di insufficienze? Calcolando che ogni scuola mediamente è composta da circa 500 studenti, significa che i 5 in condotta sono stati per ogni istituto 4 o 5. Come si fa a parlare quindi di “pioggia” di 5? E’ uno scherzo o è veramente la totale prostrazione dei mezzi di informazione alle direttive del Governo? Possibile che nessuno si sia fatto veramente due conti? Lo 0,8% di insufficienze nei voti in condotta corrisponde assolutamente ai dati degli anni precedenti; anzi, semmai siamo di fronte ad una percentuale minore. Ed il perché è presto detto. Alle medie, infatti, nonostante i proclami da sergente di ferro del Ministro Gelmini, l’applicazione del 5 in condotta è stata praticamente resa impossibile dalla circolare emanata lo scorso 16 gennaio (sempre con largo anticipo si comunicano le direttive…) dallo stesso incauto Ministro, che ha vincolato l’insufficienza nel comportamento al raggiungimento di almeno 15 giorni di sospensione da parte dello studente; cosa che praticamente non avviene in nessuna scuola salvo casi eccezionali e assai sporadici. Alle superiori, invece, come detto l’assegnazione del 5 in condotta si è attestato, numeri alla mano, sulle cifre degli anni passati; anche perché la mancanza di strumenti reali di recupero degli alunni con problemi comportamentali, vera palese pecca della Riforma Gelmini, ha indotto chiaramente i docenti a non calcare la mano. E sta proprio qui il nocciolo della questione. L’auspicata e pienamente condivisibile introduzione del 5 in condotta si è tramutata in una autentica bufala: sia per paradossali direttive attuative dello stesso Ministero, come nel caso delle scuole medie, sia per l’assoluta assenza di una programmazione didattica volta al recupero disciplinare degli alunni, fatta di strumenti, progetti e risorse che questo Governo sta drasticamente tagliando e che rendono quindi del tutto fallimentare, inutile e inefficace la sanzione del 5 in condotta. Salvo poi il fatto che il Ministro Gelmini e tutti i mezzi di informazione, che evidentemente dentro un’aula scolastica non hanno mai messo piede, vogliano convincere gli italiani del contrario.

Marco Galice