mercoledì 11 novembre 2009

Cristo, Vigili e multe

Nuovo pezzo di Marco Galice


Trovo surreale la situazione che si sta consumando in questi giorni nelle scuole italiane; o forse, più semplicemente, è l’amara presa d’atto che l’istruzione non è più una priorità dei nostri governanti né un problema in grado di smuovere realmente le coscienze, politiche e civili.
Facciamo un piccolo passo indietro. L’anno scolastico è cominciato in tutta Italia nella prima decade di settembre con questa drammatica situazione: 42.000 insegnanti in meno, 15.000 tagli nel personale amministrativo, 8 miliardi di euro spalmati in tre anni di minori investimenti, a cui la nuova Finanziaria 2010 ne aggiungerà altri producendo non più un taglio triennale ma quadriennale. Ancora: carenza di personale di sostegno, fondi di istituto bloccati, Piani di offerta formativa delle scuole approvati senza una reale copertura economica. Il dramma occupazionale delle migliaia di insegnanti licenziati dallo Stato e la didattica presa a picconate dallo Stato hanno prodotto sit-in, cortei, provveditorati occupati, scioperi della fame, presidi in tenda e camper sotto il Ministero della Pubblica istruzione. Ci sono, e ci saranno ancora, famiglie che non possono più pagare il mutuo e l’affitto e, in casi più disperati, che non possono più garantire una adeguata sopravvivenza ai propri figli. Quale è stata la reazione delle istituzioni italiane e locali a questo dramma? Il nulla. L’unica cosa che il Governo dei sempre sorridenti Berlusconi e Gelmini è riuscito a produrre è stato un imbarazzante e ipocrita “Decreto salva precari” che in realtà non salva nessuno perché, e nessun dato lo può smentire, i veri precari sono nella totalità tagliati fuori da questo provvedimento assai propagandato. Ma anche su questa farsa politica e mediatica è calato il silenzio e l’indifferenza dei governanti.
Si arriva a novembre e all’improvviso le istituzioni si interessano dei problemi della scuola, gridando finalmente allo scandalo. Ma per quale motivo? Perché la Corte dei Diritti di Strasburgo ha sentenziato di togliere il crocifisso dalle aule scolastiche. La Gelmini, l’intero Governo, frotte di partiti, associazioni politiche, culturali, religiose e non gridano allo scandalo nella scuola pubblica. E’ questo veramente lo scandalo della scuola italiana? E’ questa la battaglia da fare nelle aule scolastiche dei nostri figli? Un crocifisso che viene tolto?
Ho sempre più la convinzione che come il Ministro Gelmini, che per l’appunto è un avvocato, tra i vari pontificatori del sistema dell’istruzione italiana nessuno abbia mai messo piede dentro un’aula scolastica e nessuno sappia veramente, mettendosi dietro una cattedra, che cosa accade nelle nostre scuole. Perché allora non si resterebbe indifferenti ad alunni disabili che hanno 4 o sei 6 ore di sostegno su 30, a ragazzi con carenze didattiche e psicologiche a cui non si può più garantire un supporto perché sono state eliminate in blocco le “ore a disposizione”, ad aule costruite per 20 alunni che oggi ne ospitano 32, a classi accorpate quando un insegnante è assente perché i supplenti non esistono più, a corridoi e aule non sorvegliate perché i bidelli sono stati ridotti (dicono che sono troppi…), a scuole chiuse il pomeriggio perché la carenza di fondi impedisce la realizzazione di progetti, corsi e laboratori. Questa non è fantascienza, è la pura e cruda realtà della scuola italiana prodotta dai tagli del Governo Berlusconi. Ma tutto questo non scandalizza nessuno. Lo scandalo che fa infervorare, invece, è il crocifisso tolto dal muro. Non scandalizzano nemmeno i 20.000 insegnanti di religione, gli unici che nella mannaia dei tagli non hanno perso una sola briciola di cattedra, che continuano ad insegnare su nomina vescovile, senza alcun concorso, spesso anche senza laurea, ma pagati dallo Stato.
A Civitavecchia il sindaco Moscherini è arrivato, come molti suoi colleghi italiani, ad emettere una ordinanza in cui si obbligano tutte le scuole cittadine ad affiggere un crocifisso in ogni aula; pena una ammenda di 250 euro. Si è scandalizzato e infervorato anche lui, tanto che ha annunciato l’invio dei Vigili nelle scuole a controllare il rispetto della sua ordinanza. Quanto sarebbe stato incoraggiante, e lo dico da insegnante precario che dopo 9 anni si è ritrovato cacciato dalla scuola, vedere il primo cittadino scandalizzarsi e infervorarsi quando il primo giorno di scuola noi docenti precari ci siamo incatenati davanti ai cancelli degli istituti cittadini per aver perso il nostro posto di lavoro. Invece anche lui, come il resto della classe politica cittadina che oggi si scandalizza per il crocifisso, è rimasto in un indifferente e sconfortante silenzio. Quanto sarebbe opportuno che oggi il Sindaco mandasse i Vigili nelle scuole non a controllare i crocifissi ma a verificare la staticità degli edifici, le condizioni di sicurezza di aule sovraffollate, la piena regolarità di scale e percorsi antincendio. No, tutto questo non avviene. Si grida all’abominio religioso perché nella aule il crocifisso potrebbe non esserci più, mentre l’abominio occupazionale di migliaia di insegnanti licenziati e l’abominio didattico di una scuola che non riesce più a istruire i nostri ragazzi non desta alcuna preoccupazione. Evidentemente va bene così. Allora, di fronte a tanto sconforto, l’unica cosa che mi viene da pensare è che forse, mentre spirava sulla croce, Gesù Cristo sarebbe stato davvero felice e confortato nel sapere che i Vigili urbani eleveranno multe di 250 euro perché in qualche scuola il crocifisso non ci sarà più.

Marco Galice

sabato 24 ottobre 2009

Tempesta?

A quanto pare in Russia questa tempesta di neve non c'era...si prevede una nuova velina russa?

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giovedì 22 ottobre 2009

Grazie...ma mica tanto




Nell'ultimo post abbiamo ringraziato Tremonti per la sua inattesa apologia del posto fisso. La gratitudine, precisiamo, è dovuta soprattutto all'aver riaperto la discussione in merito. In difesa di Tremonti è intervenuto Berlusconi sostenendo che il posto fisso è un valore. Che facciamo allora? Ringraziamo anche lui? A questo punto mi chiedo: questa agognata flessibilità che si è mutata in precarietà con un bagaglio di gravi problemi, in parte accennati nel post precedente, a chi è dovuta? Chi ha voluto questa legge? Chi dobbiamo "ringraziare"? Naturalmente il precedente governo Berlusconi. Sostenere ora che il posto fisso è un valore sembra una presa in giro. Viene da chiedersi: "perchè allora". Se la pensa cosi il premier chieda scusa per il passo falso e cambiamo questa legge. Questo non accadrà, intanto il premier, autore morale e in quanto presidente del consiglio anche materiale della legge 30, ha fatto anche la figura del difensore dei lavoratori. Direi che questo ruolo non gli si addice e basta un po di intelligenza per riderci su

martedì 20 ottobre 2009

Grazie Tremonti




L'Unità di oggi ha pubblicato una foto di Tremonti a tutta pagina con su scritto a caratteri cubitali: "Comunista". Be, l'uscita del ministro dell'economia è davvero sorprendente. Che voglia imitare Fini nell'essere uno dei pochi in Italia a dire cose di sinistra? Di certo frasi del genere non ce le aspettiamo più dal PD troppo impegnato nelle lotte interne per guardare alla situazione del paese e nemmeno dalla sinistra extraparlamentare occupata non sappiamo in che cosa ma comunque in maniera che non interessa o addirittura infastidisce la gente. Nelle parole di Tremonti, però, c'è qualcosa in più. Definire la mobilità non adatta a questo paese rivela un pensiero più profondo ovvero che i sistemi politici non possono attecchire ovunque e quello che funziona altrove non è detto che funzioni in casa nostra. Senza contare che alla legge Biagi non sono seguiti accorgimenti che, negli altri paesi, fanno si che il lavoro flessibile sia una cosa seria. Ritengo la legge 30 (meglio chiamarla cosi per non offendere la memoria del povero Biagi) la peggiore eredità che ci lascerà l'era Berlusconiana. Intere generazioni di giovani hanno visto il loro futuro spegnersi tra progetti rinnovati ogni sei mesi destinati a terminare, assicurazioni che non hanno mai funzionato e una pensione che ora come ora è solo un miraggio. Il progetto di una vita migliore per molti italiani è utopistico. La legge in questione ha una responsabilità enorme e con lei, naturalmente, coloro che l'hanno promulgata. Di questo però non si parla. In Italia ci si occupa di altro e queste notizie o riflessioni non passano e sembra che il problema non esista. Va dato quindi atto a Tremonti di aver aperto una discussione importantissima. Brunetta e la Marcegaglia sono già intervenuti bollando il lavoro fisso come "ritorno al passato". Direi che se questo è il futuro c'è da preoccuparsi e se proprio dobbiamo guardare ad altri paesi cerchiamo di capire perchè negli Usa un semplice fattorino possa ambire a migliorare la sua posizione mentre in Italia chi nasce impiegato muore impiegato. Diamo un senso alla meritocrazia togliendo questa parola dalla bocca di chi protegge le alte sfere in modo che sia un'attività clientelare a decidere chi può ambire ad una scalata sociale. Insomma, dietro alle parole di Tremonti si apre una voragine che in molti non vogliono riempire ma con cui dobbiamo fare i conti. Non so se Tremonti voleva tutto questo ma comunque non ci resta che ringraziarlo. Grazie Tremonti

Ps Riprendiamo con una novità. Ragioni Italiane da oggi è su Twitter. questo è l'indirizzo dove potete seguirci: http://twitter.com/ragionitaliane. Lo terremo aggiornato e anche su questo blog scriveremo più spesso. Alla prossima

mercoledì 27 maggio 2009

Vagoni separati




Dopo un lungo periodo di pausa riprendiamo. Ci sarà qualche novità che affronteremo in seguito. Una cosa che non cambierà sarà il prezioso aiuto di Marco Galice. questo è il suo nuovo pezzo.


Leggi razziali? Una menzogna! Italia Paese razzista? Ma quando mai! Il Governo e i rappresentanti del centrodestra continuano a indignarsi per le accuse che da più parti piovono su numerosi provvedimenti e proposte di legge varate ultimamente in tema di immigrazione e stranieri. Recentemente sono stati diversi quei provvedimenti che hanno scatenato reazioni e accuse non solo dai partiti di opposizione ma anche dal Vaticano, dalla Cei e dall'Unione europea: dalla denuncia degli immigrati irregolari ad opera dei medici di turno nei Pronto soccorsi ai cosiddetti presidi-spia, tenuti a segnalare alla Polizia i bambini figli di clandestini, passando poi per il respingimento senza soccorso degli immigrati provenienti via mare fino alla proposta di una candidata leghista al Consiglio provinciale di vagoni della metropolitana di Milano riservati ai soli stranieri. Nessun razzismo e nessuna legge razziale, continuano a ripetere dal Popolo delle Libertà (invero sarebbe da capire a quali libertà fanno riferimento...). Le opinioni nel merito possono contrastare, ma quel che è certo è che il nostro è un Paese storicamente ignorante e che poco ricorda, o conosce, o ha studiato del proprio passato e della propria storia. E forse, tanto per stimolare qualche riflessione, può risultare curioso e anche utile leggersi questo breve dialogo avvenuto qualche anno fa tra due brave persone che probabilmente saranno in grande simpatia a quella candidata leghista. Che nessuno di chi si definisce non razzista e non sostenitore delle leggi razziali si è comunque preoccupato di depennare dai candidati del centrodestra alla Provincia di Milano.

Sig. Goeb: “Io credo che sia impossibile permettere che gli ebrei si siedano accanto ai Tedeschi... Devono sparire dalla circolazione in pubblico, perché la loro presenza produce effetti di vera e propria provocazione. Oggi si vede ancora un ebreso sedersi in uno scompartimento ferroviario insieme a un tedesco. Il Ministero delle comunicazioni dovrà ordinare che siano riservati loro alcuni scompartimenti, che tuttavia saranno messi a loro disposizione solo se tutti i tedeschi presenti sul treno hanno trovato posto. Altrimenti dovranno restare in piedi nel corridoio”.

Sig. Goer: “Trovo più ragionevole dare agli ebrei degli scompartimenti speciali”.

Sig. Goeb: “Ma non quando il treno è pieno”.

Sig. Goer: “Un momento. Ci sarà un solo scompartimento ebreo. Quando sarà pieno gli altri ebrei non potranno salire sul treno”.

Sig. Goeb: “E se per ipotesi nel rapido di Monaco non ci fossero abbastanza ebrei? Ci sono due ebrei nel loro scompartimento e tutto il resto del treno è pieno. Questi due se ne stanno in uno scompartimento tutto per loro? No, bisogna dire che gli ebrei si siedano solo quando tutti i Tedeschi hanno già trovato posto”.

Sig. Goer: “Ma ci penseranno i passeggeri, in quel caso, a sbatterli giù dal treno!”.


Nb: si tratta del resoconto stenografico del Consiglio dei Ministri del Reich del 10 novembre 1938, giorno successivo alla “Notte dei cristalli”. Parlano il Ministro della propaganda, Joseph Goebbels, ed Hermann Goering, Feldmaresciallo di Adolf Hitler. Sette anni dopo saranno circa sei milioni gli ebrei sterminati nei campi concentramento.


Ma. Ga.

lunedì 9 marzo 2009

Beata ignoranza

Fino a dove può arrivare la propaganda populista di un Governo? E fino a dove può arrivare il prostrarsi dei mezzi di informazione nei confronti delle direttive del Governo stesso? Viene da chiederselo dopo che in questi giorni su praticamente tutti gli organi di stampa gli italiani sono stati tempestati dall’annuncio clamoroso: “Boom di 5 in condotta” e “Pioggia di 5 in condotta”. Titoli per nulla casuali perché “boom” e “pioggia” sono due termini usati dal Ministero della Pubblica Istruzione per comunicare nella sua nota ufficiale i dati sull’assegnazione dei 5 in condotta nelle scuole italiane con la chiusura dei primi quadrimestri; e queste due parolone, “boom” e “pioggia”, dall’effetto fonetico e semantico roboante, sono state copiate e incollate sulle prime pagine da tutti i mezzi di informazione. Di fatto la Gelmini ha comunicato trionfante che sulle pagelle intermedie di questo anno scolastico sono stati comminati per la precisione 34.311 cinque in condotta; appunto una “pioggia” di insufficienze che dimostrano il pugno duro dello Stato contro il bullismo. Ma qualcuno si è fatto due conti reali su questa cifra? Che non li facesse il Ministero, per non smentire clamorosamente il messaggio di fermezza ed efficienza che vuole inculcare nelle teste dei cittadini, era prevedibile; che non se li sia fatti nemmeno un giornalista, invece, lascia veramente esterrefatti. Perché non c’è stata affatto nessuna pioggia di 5 in condotta. Nessuno ha infatti evidenziato che gli studenti italiani interessati dal voto in condotta, tra scuole medie e superiori, sono circa 4 milioni; 34.311 cinque in condotta colpiscono di fatto meno dell’1% degli studenti italiani; per la precisione lo 0,8%. E dove sarebbe allora questo “boom” di insufficienze? Calcolando che ogni scuola mediamente è composta da circa 500 studenti, significa che i 5 in condotta sono stati per ogni istituto 4 o 5. Come si fa a parlare quindi di “pioggia” di 5? E’ uno scherzo o è veramente la totale prostrazione dei mezzi di informazione alle direttive del Governo? Possibile che nessuno si sia fatto veramente due conti? Lo 0,8% di insufficienze nei voti in condotta corrisponde assolutamente ai dati degli anni precedenti; anzi, semmai siamo di fronte ad una percentuale minore. Ed il perché è presto detto. Alle medie, infatti, nonostante i proclami da sergente di ferro del Ministro Gelmini, l’applicazione del 5 in condotta è stata praticamente resa impossibile dalla circolare emanata lo scorso 16 gennaio (sempre con largo anticipo si comunicano le direttive…) dallo stesso incauto Ministro, che ha vincolato l’insufficienza nel comportamento al raggiungimento di almeno 15 giorni di sospensione da parte dello studente; cosa che praticamente non avviene in nessuna scuola salvo casi eccezionali e assai sporadici. Alle superiori, invece, come detto l’assegnazione del 5 in condotta si è attestato, numeri alla mano, sulle cifre degli anni passati; anche perché la mancanza di strumenti reali di recupero degli alunni con problemi comportamentali, vera palese pecca della Riforma Gelmini, ha indotto chiaramente i docenti a non calcare la mano. E sta proprio qui il nocciolo della questione. L’auspicata e pienamente condivisibile introduzione del 5 in condotta si è tramutata in una autentica bufala: sia per paradossali direttive attuative dello stesso Ministero, come nel caso delle scuole medie, sia per l’assoluta assenza di una programmazione didattica volta al recupero disciplinare degli alunni, fatta di strumenti, progetti e risorse che questo Governo sta drasticamente tagliando e che rendono quindi del tutto fallimentare, inutile e inefficace la sanzione del 5 in condotta. Salvo poi il fatto che il Ministro Gelmini e tutti i mezzi di informazione, che evidentemente dentro un’aula scolastica non hanno mai messo piede, vogliano convincere gli italiani del contrario.

Marco Galice

giovedì 29 gennaio 2009

"Ci vorrebbe un altro Hitle...r"





Marco Galice ci parla di una sua esperienza personale. L'argomento di questi giorni è quello della violenza degli stranieri. Un problema importante, ma la risposta che dà la gente qual è? Chi sostiene i metodi più radicali è a conoscenza delle conseguenze?




Sto correggendo i compiti di grammatica dei miei alunni mentre con il treno sono diretto a Roma. Davanti a me ho una distinta signora, truccata e ben vestita e fino al momento molto taciturna, e altri viaggiatori nei sedili vicini. Passa come spesso avviene una giovane nomade che lascia un foglietto di carta in cui dice di aver bisogno di soldi per dar da mangiare ai suoi tre figli malati. Penso sempre che si tratta di una bugia e il più delle volte non lascio niente, perché non sopporto gli inganni, soprattutto a spese dei bambini; ma in cuor mio penso anche che comunque la sua presenza e il suo gesto non mi infastidiscono, perché chiedere l'elemosia su un treno non è un reato, perché non sta rubando come spesso fanno molte sue coetanee e perché in fondo i principali problemi nella mia vita non me li hanno mai prodotti i rom ma semmai Berlusconi, la Moratti, i fautori della Legge Biagi e la Gelmini, che hanno precarizzato la mia esistenza e si godono la vita con i loro fior di stipendi milionari. Comunque. Quando la giovane nomade passa a ritirare i foglietti lasciati sui sedili chiedendo qualche moneta la signora seduta di fronte a me le dice testualmente: “Io nun te dò proprio niente, vedi d'annattene, anzi, ma perchè non ve ne tornate tutti al paese vostro invece de sta qui in Italia a fa solo danno?”. Io alzo un momento gli occhi dai compiti e la guardo, lei prosegue la sua invettiva: “Questi vengono qui e so boni solo a rubà, a violentà le ragazze e ammazzà la gente, ma che ce stanno a fà in Italia?”. A quel punto non riesco a trattenermi e le dico: “Beh, una volta c'erano i campi di concentramento, potremmo mandarli lì”. Lei, evidentemente molto intelligente, si compiace del mio sostegno morale e aggiunge: “Ehhh.... è lì che dovrebbero annà, io ce li manderei tutti”. Allora insisto: “E poi potremmo anche bruciarli, che dice? Come faceva Hitler”. La signora a quel punto si rende conto che forse bruciare gli zingari è un po' eccessivo e inizia a sospettare che in realtà non stia appoggiando seriamente le sue idee. Mi guarda innervosita senza dire niente, ma facendosi leggere eloquentemente in volto quello che deve aver pensato. “Ecco il solito comunista del cazzo che difende a tutti i costi i criminali. Dovrebbe fà la fine loro”. La conversazione sembra finita lì ma invece le mie ultime parole vengono riprese da un altro signore seduto più accanto, che se ne esce così: “Ehhh... ce vorrebbe proprio n'altro Hitler pe' questi qui”. Mi si gela il sangue, alzo gli occhi e mi giro verso sinistra per guardare chi è questo fenomeno che ha nostalgia di Hitler e...osservandolo bene, mi rendo conto che ha chiari problemi di deambulazione, dato che si aiuta con un bastone per camminare, ed ha anche evidenti problemi di vista in un occhio. Conto fino a dieci, perchè ho una voglia irresistibile di dirgli che se ci fosse un nuovo Hitler il primo a finire nelle camere a gas, prima ancora degli ebrei che venivano fatti lavorare finché non diventavano inabili, sarebbe stato proprio lui, perché per Hitler gli storpi e i non vedenti erano esseri inutili, da eliminare all'istante dalla società”. Riesco a controllarmi e a dire semplicemente e con molta banalità: “Quanto è brutta l'ignoranza”. Mi rimetto a correggere i miei compiti, anche se non riesco a concentrarmi molto dopo quello che ho sentito. Mi assale subito un dubbio: ma se avessi avuto un parente morto in un campo di sterminio, che cosa avrei potuto fare a quel signore che invoca un altro Hitler? Decido che è meglio non pensarci e concentrami sui compiti di grammatica. L'occhio va subito su un condizionale scambiato per un passato remoto. Provo a consolarmi pensando che tutto sommato non riconoscere un condizionale non sarà mai così abominevole come non sapere che cosa ha fatto Adolf Hitler all'umanità.

venerdì 23 gennaio 2009

Rom: che cosa è cambiato in Italia?





Articolo di carattere storico per Marco Galice quest'oggi. Ci propone una lettera di Mussolini che fa capire come molte cose non cambino mai



Si dice spesso che poche parole, o semplici esempi, bastino più di qualunque sermone. In questo caso mi sembra che il detto sia assai indovinato, soprattutto per la delicatezza di un problema, come quello dei Rom, che sta fomentando costantemente il dibattito politico e culturale nel nostro Paese. Guai a parlare di razzismo quando si afferma che i Rom costituiscono un problema e che le soluzioni delle istituzioni sono volte semplicemente ad un miglioramento della sicurezza e dell’ordine pubblico. Viene tuttavia da domandarsi se a proposito di Rom, da 70 anni a questa parte, sia davvero cambiato qualcosa nel nostro Paese. La risposta può essere semplicemente affidata a questa circolare ministeriale che potrebbe senza problemi essere datata 2009. La firma in calce a tale circolare risolve il dubbio ed evita a mio avviso qualunque altro tipo di considerazione.

“Con richiamo circolare telegrafica dell’11 giugno ultimo, concernente zingari e carri zingareschi comunicasi che da segnalazioni pervenute risulta che gli zingari, pur agendo specialmente nei territori di confine delle province sono sparsi anche in altre province del Regno. Sia perché essi commettono talvolta delitti gravi per natura intrinseca e modalità organizzative ed esecuzione, sia per la possibilità che tra medesimi vi siano elementi capaci di esplicare tale attività antinazionale; è indispensabile che tutti gli zingari siano controllati dato che in istato di libertà essi riescono facilmente a sfuggire a ricerche o a prove, appunto per la loro vita girovaga. Ferme restando le disposizioni impartite in precedenza circa il respingimento o l’espulsione di zingari stranieri disponesi che quelli di nazionalità italiana certa o presunta ancora in circolazione vengano rastrellati nel più breve tempo possibile e concentrati sotto rigorosa vigilanza in località meglio adatta in ciascuna provincia che sia lontana da fabbriche o depositi di esplosivi o comunque da opere di interesse militare e dove non esistano concentramenti di truppa, salvo proporre per elementi più pericolosi e sospetti destinazione in un’isola o in comuni di altre province lontane da zone di frontiera o di interesse militare. Agli zingari capi famiglia potrà essere corrisposto un sussidio stabilito per confinati comuni più una lira per ciascun componente della famiglia se non potranno sostenersi con proventi di lavoro come praticatosi per quelli già assegnati al confino e seguiti da famigliari. Attendesi urgente assicurazione per lettera”.

Benito Mussolini – Ministro dell’Interno ad interim, 11 settembre 1940

mercoledì 7 gennaio 2009

Anno nuovo guerra nuova






Salve a tutti. Dopo una lunga pausa a causa delle festività natalizie ricominciamo con il nostro blog. Tocca a Vincenzo D'Onofrio illustrarci l'argomento, scottante,che campeggia nelle prime pagine dei giornali di tutto il mondo in questo inizio di 2009



Buon 2009 a tutti. L'anno nuovo è cominciato e con esso le prime notizie tragiche. L'operazione "Piombo Fuso" imperversa ormai nella striscia di Gaza. L'offensiva israeliana sta facendo centinaia di morti tra la popolazione palestinese e, come sempre, a pagare sono gli indifesi come donne e soprattutto bambini.Ma cosa ha provocato questa nuova guerra (perchè di guerra si tratta)?. Il 19 marzo 2008 fu stabilita una tregua semestrale con la mediazione dell'Egitto. Hamas si impegnava a porre fine al lancio di razzi su territorio israeliano e israele a diminuire il peso del blocco. Seguendo i mezzi di informazione sembra che questa tragedia sia cominciata con la scadenza della tregua, prevista per il 19 dicembre, con i lanci dei razzi da parte di hamas. Purtroppo l'informazione, specialmente italiana, ha provveduto a non raccontare completamente la verità. Il 4 novembre Israele riprese il conflitto uccidendo un componente di Hamas e facendo saltare un tunnel. Il tunnel poteva essere semplicemente chiuso dal lato israeliano ma è stato deciso un attacco che ha cosi rotto la tregua. Il giorno seguente fu distrutto, inoltre, un veicolo al cui interno vi erano 5 palestinesi tramite un attacco aereo. Aggiungiamo anche che non vi è stato un alleggerimento del blocco e che Hamas fino ad allora aveva rispettato la tregua arrestando anche membri della jihad e, a quanto pare, era intenzionata a rinnovare la tregua. Queste notizie sono state messe in secondo piano. Riuscirete a trovarle solo con qualche ricerca su internet. In questa guerra si è deciso di allearsi con una parte in causa, o cosi sembra. Avendo una posizione esterna dovremo valutare oggettivamente la situazione e non tralasciare particolari importanti che vi ho riportato. Non mi sorprenderei che a questa opinione pubblica addormentata, qualche politico, un giorno, raccontasse che Israele è un popolo invaso dagli Arabi, che un tempo viveva in pace e che questi ultimi mirano a conquistare il territorio israeliano in nome della jihad. Parte degli italiani o quelli con scarso amore per la storia sarebbero capaci di crederci, dimenticando la nascita di Israele in territorio palestinese del 1948, la guerra dei 6 giorni e tante altre cosette che hanno sottratto un territorio ad un popolo. Sia chiaro, non sono contro Israele ma bisogna tener ben presente alcuni aspetti che spesso dimentichiamo. Siamo sempre pronti a condannare o a dare del nazista chi pone delle riserve alla politica del governo Israeliano. Bisogna essere liberi di criticare delle scelte che non sono condivisibili e non farsi guidare da atavici sensi di colpa che ormai lasciano il tempo che trovan. La libertà di Israele di difendersi è (o almeno dovrebbe) proporzionale al diritto ad uno stato indipendente palestinese. Entrambe le parti hanno delle ragioni valide, quindi ritengo importante non condizionare l'equilibrio appoggiando questa o l'altra parte, è richiesta oggettività che poco ha a che fare con un'informazione schierata per simpatie o vile riverenza