mercoledì 10 dicembre 2008

Ingerenze e comandi




Riflessione sull'attuale situazione politica italiana di Marco Galice con un occhio di riguardo al rapporto Stato-Chiesa



Tre mesi di mobilitazioni ininterrotte: studenti, insegnanti, genitori e presidi in piazza a manifestare contro i tagli alla scuola pubblica; manifestazioni su manifestazioni, oltre un milione in piazza a Roma nello sciopero dello scorso 30 ottobre e altri svariati milioni in tutte le principali città italiane; cortei, sit in, scuole e università occupate. Niente di tutto questo, come noto, è bastato a far recedere di un solo millimetro il Governo dai tagli di 8 miliardi di euro previsti per la scuola pubblica nei prossimi tre anni; al di là delle false e populiste dichiarazioni di dialogo (quale?) del Ministro Gelmini, infatti, nemmeno un centesimo di euro è stato ripristinato per la pubblica istruzione nella prossima manovra Finanziaria. Finché ieri mattina è bastato che uno sconosciuto (ai più) Monsignore, tale Bruno Stenco, direttore dell’ufficio Cei per l’educazione, alzasse un po' la voce, si lamentasse dei tagli governativi di 130 milioni di euro alle scuole paritarie, minacciando manifestazioni di piazza, perché il granitico, imperforabile, imperturbabile, irremovibile Governo Berlusconi si sciogliesse come neve al sole, calandosi letteralmente le braghe al cospetto dello sconosciuto ma evidentemente autorevole lamento proveniente dal Vaticano. Tanto che appena un'ora dopo tale grido di dolore, velato invero anche da un po' di ricatto, il Sottosegretario all'economia Vegas si è precipitato a rassicurare il Vaticano informando che in un batter d'occhio, in barba ai tempi biblici delle discussioni di bilancio, i 130 milioni di euro per le scuole paritarie erano stati immediatamente ripristinati; ne mancano all'appello 10 milioni in realtà, ma tutto sommato in tempi di crisi ci si può anche accontentare. Possibile che sia accaduto tutto ciò? Possibilissimo, perché siamo in Italia, Paese in cui esattamente da 148 anni l'ingerenza della Chiesa negli affari di Stato è pressoché quotidiana. Certo fa specie constatare come la semplice dichiarazione a mezzo stampa di uno sconosciuto Monsignore abbia ridotto a insignificante spazzatura il grido di protesta di milioni di studenti e insegnanti delle scuole pubbliche, annichiliti e strapazzati dall'autorità e dall'influenza di un semplice rappresentante del Vaticano. Tutto ciò mentre, a proposito di scuola pubblica, lo Stato decide di mandare a casa nei prossimi 3 anni 80.000 insegnanti di italiano, storia, geografia, matematica, musica, scienze, arte, tecnica ed educazione fisica senza tuttavia eliminare una sola cattedra di religione, i cui insegnanti continueranno ad essere assunti senza concorso dalle Curie locali ma pagati con i soldi dello Stato, che ritiene evidentemente il futuro occupazionale dei docenti di religione più importante di quello dei professori di altre materie; pagando, pertanto, insegnanti che magari in qualche caso entreranno nelle classi per dire pure agli studenti che è giusto non volere la depenalizzazione dei reati contro gli omosessuali, acconsentendo così anche alla loro pena capitale. Tutto ciò perché da 79 anni siamo ancora schiavi di un famigerato concordato sottoscritto niente meno che da Benito Mussolini, che come noto barattò il riconoscimento della religione cattolica in cambio del ricoscimento dello stato fascista e dei suoi crimini da parte del Vaticano. Qualcosa di cui andare molto fieri evidentemente, tanto che nel 1984 questo scellerato Concordato, anziché essere quanto meno ridimensionato, fu addirittura consolidato dal poi pregiudicato e da molti riabilitato Bettino Craxi. E tutto questo, volendo andare ancora più a ritroso nel tempo, perché quando il 20 settembre del 1870 i Bersaglieri aprirono la famosa breccia di Porta Pia, completando l'Unità d'Italia, papa Pio IX si dichiarò niente meno che prigioniero dello Stato italiano, dando il via a 148 anni di intromissioni, ingerenze e comandi. E' possibile? Certo che sì, perché siamo in Italia, paese politicamente prigioniero dello Stato Vaticano.

Marco Galice

1 commento:

Anonimo ha detto...

condivido i contenuti; stilisticamente non mi riconosco in tanta rabbia sebbene la trovo sacrosanta..
SEI UN GRANDE

marco