mercoledì 20 gennaio 2010

Ma perché riabilitare Bettino Craxi?




Il nuovo pezzo di Marco Galice sulla beatificazione in atto dell'ex leader del psi


Ma perché riabilitare Bettino Craxi? A parte il buonismo, il riflusso emotivo e le rivincite ideologiche, quali sono le vere ragioni politiche e morali per rivalutare oggi l’uomo, chiedendone come a Milano e in tante altre città l’intitolazione di vie e piazze? Che cosa ha prodotto di positivo e incancellabile per il Paese, tanto da rendersi opportuno un omaggio imperituro?
Si dice, in particolare, che è stato uno strenuo avversario del comunismo sovietico e delle sue degenerazioni dittatoriali, che è stato tra i più convinti sostenitori della causa palestinese, che ha avuto il coraggio di opporsi all’arroganza americana nella rovente vicenda dell’Achille Lauro, che sostenne apertamente l’ingresso del nuovo Pds nel Partito socialista europeo. Si tratta a ragione veduta di meriti reali che gli vanno senza dubbio riconosciuti ma che, nel ragionamento complessivo, somigliano tremendamente, con i dovuti paragoni, alle motivazioni che tanti nostalgici del ventennio utilizzano per riabilitare Mussolini: ha bonificato l’Agro pontino, ha cambiato la Lira a quota 90, ha incentivato la produzione industriale italiana, faceva arrivare puntuali i treni…
Basta questo oggi per riabilitare la figura di Bettino Craxi, definendolo un grande statista per la sua politica riformatrice del Paese? Basta questo a cancellare o ignorare il peso più vergognoso che grava sulla sua persona, ovvero quello di pregiudicato e corrotto? Non sono i pregiudizi politici ad affermarlo ma i fatti storici: la condanna definitiva a 5 anni e 6 mesi per corruzione nel processo Eni-Sai e quella a 4 anni e 6 mesi per finanziamento illecito per le mazzette della metropolitana milanese; a queste si aggiungono le sentenze in appello cadute in prescrizione per la sua morte: 4 anni e una multa di 20 miliardi di lire in primo grado per il caso All Iberian; 5 anni e 5 mesi in primo grado per tangenti Enel; 5 anni e 9 mesi in appello per il Conto Protezione; 3 anni in appello bis per il caso Enimont. N
Non sono forse la corruzione e il degrado morale il peggior fallimento per un politico? La peggiore macchia che niente e nessuno può cancellare nel momento in cui un uomo si mette al servizio del Paese? Tutto questo non si può ignorare né cancellare. Né si può tentare di farlo invocando gli eccessi e gli errori giudiziari di Tangentopoli, su cui è pur lecito aprire una riflessione, dato che come dimostrano le sentenze non ci furono certo errore ed eccesso nei confronti dell’ex segretario socialista. Oltre alle condanne, si possono infatti negare a Craxi pesanti e dirette personalità nella crisi morale della politica, nella corruzione del suo sistema, nel degrado delle istituzioni negli anni in cui ha ricoperto i più alti incarichi di partito e di Governo? Proprio lui che questa corruzione l’ammise candidamente in un suo memorabile intervento nelle aule del Parlamento? E per quali meriti allora si celebra oggi la sua figura di statista? Si dice per la sua politica riformatrice che favorì il secondo boom economico dell’Italia negli anni ’80. Ma è proprio su questo aspetto che vale la pena una riflessione, perché è proprio in quei suoi quattro anni consecutivi di Governo che il debito pubblico passò da 234 a 522 miliardi di euro (dati valuta 2006) e il rapporto fra debito pubblico e Pil passò dal 70% al 90%. Una voragine che oggi ci portiamo dietro come un macigno e che sta irrimediabilmente condizionando la vita delle giovani generazioni. E fa sorridere oggi ascoltare i riabilitatori di Craxi, da Berlusconi a Cicchitto, da Bonaiuti a Tremonti, passando per buona parte degli stati generali del Pdl, lamentare costantemente la difficile situazione economica dell’Italia per il “grande debito ereditato a causa di chi ha governato prima di noi”. E chi è che "ha governato prima di loro"? Non sono stati forse Craxi ed il pentapartito a gestire allegramente in quegli anni i conti pubblici con le baby pensioni, le assunzioni pubbliche a valanga, le lottizzazioni, a far saltare in aria gli equilibri economici del Paese e a provocare in larga parte quella voragine di debito che ci troviamo? Non sono stati loro a lasciargli questa eredità? Ma soprattutto, in quali partiti militavano gli attuali accusatori del debito pubblico ereditato? E’ memoria storica inestinguibile la militanza in quegli anni di Cicchitto, Bondi, Tremonti, Brunetta e dell’80% dei dirigenti del Popolo delle Libertà nel Psi, nella Dc, nel Pli, nel Pri e nel Psdi. E Berlusconi? Per chi mai votava in quegli anni? Quale partito e quali politici sosteneva negli anni della corruzione e del debito pubblico? Le sue responsabilità, e quelle di chi oggi siede al Governo dopo essersi rifatto una verginità politica con cui si pretende spogliato della sua cogestione del potere negli anni ’80 e delle scelte politiche che oggi ci lasciano un Paese in ginocchio, sono eloquenti. Si possono forse nascondere agli occhi degli italiani, come tante cose e vergogne si sono nascoste purtroppo nella nostra storia repubblicana, ma non si possono certamente cancellare.

Marco Galice

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Per la cronaca, SANDRO BONDI militava nel PCI (PARTITO COMUNISTA ITALIANO)... Vogliamo parlare di come l'aumento del debito pubblico sia iniziato molto prima dell'arrivo di Craxi al governo e di come i comunisti italiani nelle regioni da loro amministrate abbiano gonfiato la spesa pubblica per non essere da meno di DC e PSI? Vogliamo ricordare che l'85% delle leggi del Pentapartito erano votate anche dal PCI? Questo paese è stato governato sostanzialmente da un esapartito, in cui c'era dentro anche il PCI con mani e piedi. Come mai questo articolo sorvola sulle responsabilità dei comunista ed addossa ogni colpa a tutti gli altri?

Unknown ha detto...

In quel momento Marco stava elencando vari partiti, non solo il psi. e' vero, Bondi proviene dal PCI (non presente in quel elenco) ma, al contrario di quello che dici tu, non mi risulta fosse al governo ma costantemente all'opposizione. Questo non vuol dire che non fossero presenti soggetti che hanno utilizzato pratiche simili ma la responsabilità dovuta alla cattiva gestione dei metodi governativi non gliela porrei sulle spalle

Unknown ha detto...

Ps La prossima volta firmati per piacere, cosi so con chi sto dialogando :)