Un po' di cronaca. Marco Galice ci parla di cosa sta succedendo a Civitavecchia riguardo alla Centrale elettrica
Le Commissioni parlamentari d'inchiesta, è storia nota della Repubblica italiana, non hanno mai portato a nulla. Sono la scappatoia preferita e privilegiata del Parlamento quando qualche scandalo rischia di incrinare privilegi e mettere spalle al muro caste e potentanti. Quando bisogna far calare il silenzio su qualche imbarazzante scandalo la prima e sempre bipartisan risposta che si leva dalle aule di Camera e Senato è sempre la stessa: “Istituiamo una Commissione d'inchiesta!” A memoria d'uomo non si ricordano Commissioni che abbiano determinato al termine delle loro indagini arresti eccellenti e condanne esemplari. Gli esempi da citare potrebbero essere decine: dallo scandalo della Banca romana, nel lontano 1892, alle più recenti Commissioni sulla P2, sulla mafia, sul terrorismo, sul rapimento di Aldo Moro, sull'uranio impoverito. Chi è mai finito in manette al termine dei lavori parlamentari? La sensazione corale che si prova al termine di queste costose Commissioni (pagate ovviamente in surplus con soldi pubblici) è quella di un ulteriore insabbiamento della verità. E così ieri anche Civitavecchia, dopo la tragica morte di Sergio Capitani, ha avuto l'onore di finire all'attenzione dell'ultima Commissione parlamentare d'inchiesta promossa nel corso della vigente legislatura, quella chiamata a fare luce sulle cosiddette “morti bianche”. Chi si aspettava finalmente un'autorevole istituzione pronta ad indagare senza remore e a scavare nel torbido incurante di potentati e lobby è rimasto deluso. Al termine della giornata di eccellenti audizioni (Comune, Provincia, Regione, Enel, Asl ecc. Ecc.) il senatore Oreste Tofani ha solennemente sentenziato:
Rimane la rabbrividente sensazione, allora, che si stia ripetendo il copione già visto con le morti di Michele Cozzolino ed Ivan Ciffary. L'iniziale cordoglio e indignazione di politici, sindacati e istituzioni, l'Enel che nega responsabilità e celebra la sicurezza di Tvn, lo sciopero di una giornata dei lavoratori e poi...calato il silenzio e ripresa la normalità, una cappa di indifferenza per non disturbare le inalazioni di carbone e i profitti dell'Enel. Questa volta, a quanto pare, si è aggiunto un pochino di indignazione e di spettacolo in più, con una ordinanza di chiusura della centrale, pomposamente annunciata all'inizio di 15 giorni e poi subito ridotta a cinque, e la visita di una Commissione parlamentare d'inchiesta che ci ha illuminato sulla morte di Capitani. Una sola richiesta allora: se il finale del film è quello che già conosciamo bene, allora fatelo finire in fretta questo teatrino. Per rispetto di Michele, Ivan e Sergio e delle loro famiglie distrutte dal dolore.
Marco Galice
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