mercoledì 12 gennaio 2011
Diritti e auto
La questione Mirafiori va oltre l'ottica dello scontro Fiat-sindacati. La pochezza della politica e l'arrendevolezza dell'opinione pubblica getta inoltre un velo di tristezza ben testimoniato dalle lacrime di quell'operaio rilanciato dai giornali nazionali. Come tante cose la verità non sta mai da una parte. La fiat vuole fare un investimento serio, la Fiom mette davanti a tutto la difesa dei diritti. Cosa fare allora? Io ritengo che la Fiat che giustamente vuole fare i suoi interessi doveva essere fermata o meglio condotta nella trattativa. Un governo forte doveva ricordare il sacrificio di tanti italiani che hanno salvato l'azienda di torino da un probabile fallimento. Dopo decenni finalmente fa un investimento ma dimenticare il perchè sta lì minacciando una fuga all'estero è una risposta ingrata e vile. Da non sottovalutare poi la questione dei diritti minacciata seriamente dalle nuove regole sulle pause e sugli scioperi. Un passo indietro di decenni nel nome della produttività. E' questo quello che vogliamo? Sugli operai si getta il peso della crisi e del sistema capitalista. Loro pagano le responsabilità di altri contro i quali il governo non ha fatto niente, anzi, ha salvaguardato la loro posizione. Qualcuno ha detto che paesi come la cina non si combattono diventando cinesi noi e forse hanno ragione. La lotta per i diritti ha caratterizzato i paesi occidentali e non possiamo cedere ad un sistema che sta evidenziando i propri limiti. Il governo dovrebbe trovare sistemi per agevolare gli investimenti sul territorio nazionale. Questo immobilismo non sta certo aiutando.
Vincenzo D'Onofrio
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